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Va detto subito…
. . che è merito di L.Debargue avere riproposto delle composizione di G.Fauré, un compositore poco praticato (quasi dimenticato) in Italia mentre ha fatto parte di quella schiera di compositori francesi a cavallo del XIX secolo che hanno contribuito in modo significativo al clima culturale della capitale francese. Forse non bellissimi i Preludi mentre le variazioni sono un brano molto bello che dovrebbero entrare a fare parte del grande repertorio concertistico. Un plauso quindi a l pianista francese che ha avuto una carriera non folgorante in giovanissima età (come ormai siamo abituati) e che solo negli ultimi anni (soprattutto dopo l’ottima affermazione al Čajkovskij) si è fatto conoscere. Un programma speculare nelle due parti del concerto anche con l’esecuzione di una sonata di Beethoven come l’op. 90 (non troppo frequentata – In occasione mi sono incuriosito chiedendomi cosa abbia prodotto il compositore di Bonn fra i grandi capolavori noti, l’0p. 101, 106, 109, 110, 120 etc. Ecco credo che sia interessante scoprire come “aveva da campà ” e quindi ha prodotto un florilegio di opere secondarie, per lo più dimenticate, solo a scopo di lucro). L’op. 90 è una sonata controversa che come l’op 111 manca dell’ultimo tempo con un secondo tempo piuttosto sviluppato. Qui Debargue ha utilizzato un ritmo un po’ eccessivo che ha fatto perdere il fascino della cantabilità del brano (soprattutto nel tema iniziale). Cosa singolare perché invece Debargue non lesina rallentamenti come nel caso del primo tempo dell’op.27 che proprio a causa del tempo rallentato, seppure eseguito con sonorità di grande qualità, ha fatto perdere il senso musicale del brano. La questione dei tempi staccati si è fatta sentire anche nelle due composizioni di Chopin, Ma qui siamo in pieno romanticismo a differenza di Beethoven e quindi diventa solo una questione di gusti e non di stile. Ma sia chiaro: siamo in presenza di un pianista di solida tecnica e di eccellente musicalità. Tre bis fra i quali due sonate di Scarlatti – una pochissimo eseguita – che come sempre pongono l’eterna questione se si debba rispettare un’impostazione filologica o la disponibilità del pianoforte (strumento con il piano e il forte) ammetta l’uso del pedale e dei colori. Problematica irrisolta e irrisolubile: personalmente col passare del tempo tendo a privilegiare quest’ultima impostazione. Grande successo di pubblico.
Programma
G. Fauré Nove Preludi op. 103
L. v. Beethoven Sonata n. 27 in mi minore op. 90
F. Chopin Scherzo n. 4 in mi maggiore op. 54
G. Fauré Tema e Variazioni in do diesis minore op. 73
L. v. Beethoven Sonata n. 14 in do diesis minore op. 27 n. 2 – Chiaro di luna
F. Chopin Ballata n. 3 in la bemolle maggiore op. 47
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