Sinfonica

Don Carlo – La Scala Milano 22 Dicembre 2023


Non profit banner
Medici senza frontiere

 

IMG-20200729-WA0003

MATISSE
 

ATTENZIONE. D’ORA IN POI PER ACCEDERE A QUESTO BLOG UTILIZZARE SOLO L’INDIRIZZO

HTTPS://KURVENAL.WORDPRESS.COM

Il Don Carlo   ..
. . potrebbe essere etichettato come “L’orgia del potere”, il famoso film d Costa-Gavras. Certamente una delle più belle opere di Verdi, grandiosa e al tempo stesso struggente, anche se il libretto tradisce molte delle caratteristiche della tragedia di Schiller, molto più complessa e articolata. Ma questo è comunque il limite di tutti i libretti che si rifanno a grandi opere letterarie e nel caso specifico la qualità del testo è per lo meno accettabile.
Se il potere è il lato oscuro dell’umanità questo è riflesso nella scelta dei costumi che nella larga parte della messa in scena della scala sono neri se si eccettuano i mantelli dorati della scena dell’apoteosi di Filippo. E’ comunque significativo il confronto fra l’opera vista in TV (la “prima” con il consueto intollerabile contorno mondano) e la visione diretta in sala. Quest’ultima permette una visualizzazione globale dell’impianto scenico e quindi una valutazione più approfondita delle scelte registiche. In mezzo alla scena si erge come un Moloch una grande torre che volta a volta si apre mostrando scalinate, piattaforme roteanti come nella scena dell’apoteosi, squarci della reggia e prigioni. La torre, luminosa, permette anche di selezionare visioni specifiche come la grande croce che ricorda come tutto il dramma sia permeato dall’influenza predominante di una chiesa che trova nell’inquisizione il suo braccio secolare (ancora una volta il “potere”) immemore della sua missione trascendente.
In questo senso centrale nell’opera è la scena del confronto fra Filippo e il grande inquisitore che alla fine costituisce il regista primario di tutta la vicenda. Una scena grandiosa che nell’allestimento della Scala  tradisce il dettato del libretto (“son io davanti al re?“) che ovviamente presuppone l’arrivo dell’inquisitore nella sala del trono mentre qui è Filippo che si reca dall’ecclesiastico. Ma sono dettagli trascurabili. Come sempre nel caso della Scala l’allestimento è globalmente sontuoso anche se tradisce una certa staticità che nelle quattro ore di spettacolo affatica non poco lo spettatore. In altre parole il simbolismo che accomuna staticità e conservatorismo di Filippo risulta eccessivo. Ma, ripeto, sempre nel contesto di una grande rappresentazione. 
Come sempre molto si è scritto sulla regia di questo Don Carlo (come è inevitabile per gli spettacoli della Scala e in particolare delle “prime”) ma ho trovato molte critiche impietose e – absit iniuria verbis – redatte solo per riempire una pagina di giornale “scrivendosi addosso”.  Consapevoli che la Scala riceve finanziamenti colossali rispetto agli altri enti lirici bisognerebbe ricordare come in molti altri teatri gli spettacoli sono di modestissima qualità (personamente ho diretta esperienza del Comunale di Bologna) anche rapportati ai finanziamenti ricevuti. Ma bando alle polemiche.  Il cast è stato come sempre stellare a partire dalla Netrebko che nella scena finale ha ricevuto applausi – meritati- da stadio rendendo il personaggio di di Elisabetta in tutte le sue sfumature con una vocalità eccezionale ma anche con una interpretazione che ha reso appieno il tormento del personaggio. Bravissima, insomma. Ugualmente totalmente all’altezza delle aspettative Pertusi come Filippo: un basso che è ormai ai vertici mondiali assoluti. Bravo, anche se in alcune fumature forse non torppo raffinato Luca Salsi come Posa mentre la prestazione di Meli nel ruolo di Don Carlo non è stata all’altezza delle aspettative e, nel caso della rappresentazione cui ho assistito, meno incisivo rispetto alla “prima” vista in televisione. Alcuni acuti sono sembrati sforzati e non sempre perfettamente intonati. Un discorso a parte vale per Eboli. Veronica Simeoni non ha fatto rimpiangere Elīna Garanča, indisposta, con una voce drammatica e al contempo duttile e intonata che ha reso perfettamenteo il carattere della perfida principessa. Una conferma ancora una volta di un mezzosoprano di grande valore. Modesto, se così si può dire, Ain Anger nelle parte del grande Inquisitore. Manca totalmente dello status tragico del personaggio con una prova scialba e insufficiente.  Quanto alla direzione di Chailly non è stata di certo una prova superba. Sembra che il direttore si stia progressivamente adagiando in direzioni di routine, appoggiato ovviamente dalla grande orchestra della Scala, ma senza una caratterizzazione e un’impronta personale nella direzione. Poco più che sufficiente. Successo travolgente di pubblico e – per la prima volta in loggione alla Scala –  ho potuto toccare con mano l’entusiasmo travolgente (e un poco eccessivo) dei famosi e famigerati “loggionisti”.
 
PS Sono costretto ancora una volta a segnalare che commenti “anonimi” e non inviati ai “commenti” dei posts sono immediatamente cassati
(Giovanni Neri 78)
Happy
 
Direttore RICCARDO CHAILLY
Regia LLUÍS PASQUAL
Scene DANIEL BIANCO
Costumi FRANCA SQUARCIAPINO
Luci PASCAL MÉRAT
Video FRANC ALEU
Movimenti coreografici NURIA CASTEJÓN

Cast

Filippo II, Re di Spagna Michele Pertusi
Don Carlo, Infante di Spagna  Francesco Meli
Rodrigo, Marchese di Posa Luca Salsi
Il Grande Inquisitore Ain Anger
Un frate Jongmin Park
Elisabetta di Valois  Anna Netrebko
La Principessa d’Eboli Veronica Simeoni
Tebaldo, paggio d’Elisabetta Elisa Verzier
Il conte di Lerma / Un araldo reale Jinxu Xiahou
Una voce dal cielo Rosalia Cid
 Deputati fiamminghi Chao Liu*
Wonjun Jo*
Huanhong Li*
Giuseppe De Luca**
Xhieldo Hyseni*
Neven Crnić

A coloro che leggono il blog chiederei cortesemente la registrazione (che non comporta nulla). Così facendo riceveranno un e-mail tutte le volte che un nuovo post è pubblicato.

PS Un “blogger” non è un oracolo e commette inevitabilmente errori (il minimo possibile..). Ricevo spesso “correzioni” non sempre fondamentali e non sempre precise. Così come io mi sottopongo al giudizio altrui con nome e cognome così chi vorrà avere la bontà di segnalarmi eventuali errori o imprecisioni dovrà farlo unicamente mandando un commento: a ognuno la propria responsabilità. In base alla nuova normativa chi si fosse iscritto e desidera de-iscriversi è sufficiente che mi invii un messaggio e-mail..
————————————————————————————————————————————————————————
Don Carlo could be labeled as “The Orgy of Power”, the famous film by Costa-Gavras. Certainly one of Verdi’s most beautiful operas, grandiose and poignant at the same time, even if the libretto betrays many of the characteristics of Schiller’s tragedy, which is much more complex and articulated. But this is still the limit of all librettos that are based on great literary works and in this specific case the quality of the text is at least acceptable. If power is the dark side of humanity, this is reflected in the choice of costumes which in the large part of the staging of the La Scala are black with the exception of the golden cloaks in the scene of Philip’s apotheosis. However, the comparison between the work seen on TV (the “premiere” with the usual intolerable worldly surroundings) and the direct viewing in the theater is significant. The latter allows a global visualization of the stage setup and therefore a more in-depth evaluation of the directorial choices. In the middle of the scene, a large tower rises like a Moloch which opens from time to time to reveal stairways, rotating platforms as in the scene of the apotheosis, glimpses of the palace and prisons. The luminous tower also allows to select specific visions such as the large cross which reminds us of how the whole drama is permeated by the predominant influence of a church which finds its secular arm in the inquisition (once again the “power”), oblivious to the its transcendent mission. In this sense, the scene of the confrontation between Philip and the grand inquisitor who ultimately constitutes the primary director of the whole story is central to the work. A grandiose scene which in the La Scala staging betrays the dictation of the libretto (“am I before the king?”) which obviously presupposes the arrival of the inquisitor in the throne room while here it is Philip who goes to the ecclesiastic. But these are negligible details. As always in the case of La Scala, the staging is overall sumptuous even if it betrays a certain static nature which in the four hours of show tires the spectator quite a bit. In other words, the symbolism that Filippo’s staticity and conservatism share is excessive. But, I repeat, always in the context of a great performance. As always, much has been written about the direction of this Don Carlo (as is inevitable for La Scala shows and in particular the “premieres”) but I found many criticisms merciless and – absit iniuria verbis – written only to fill a newspaper page” writing nonsenses. Aware that La Scala receives colossal funding compared to other opera organisations, we should remember that in many other theaters the shows are of very modest quality (I personally have direct experience of the Comunale di Bologna) even when compared to the funding received. But no more controversy. The cast was as always stellar starting from Netrebko who in the final scene received applause – deserved – typical of a stadium, portraying the character of Elizabeth in all its nuances with an exceptional vocality but also with an interpretation that fully conveyed the torment of the character. Very good, in short. Pertusi as Filippo is equally totally up to expectations: a bass that is now at the absolute top of the world. Good, even if in some aspects perhaps not too refined Luca Salsi as Posa while Meli’s performance in the role of Don Carlo was not up to expectations and, in the case of the performance I attended, less incisive than the “prima” seen on television. Some high notes seemed forced and not always perfectly in tune. A separate discussion applies to Eboli. Veronica Simeoni did not make us miss Elīna Garanča, indisposed, with a dramatic and at the same time flexible and in tune voice that perfectly conveyed the character of the wicked princess. Once again a confirmation of a mezzo-soprano of great value. Modest, if one may say so, Ain Anger in the  role of the Grand Inquisitor. He totally lacks the tragic status of the character with insufficient evidence. As for Chailly’s direction, it was certainly not a superb performance. It seems that the conductor is progressively settling into routine directions, obviously supported by the great orchestra of La Scala, but without characterization and a personal imprint in the direction. A little more than enough. Overwhelming success with the public.
PS I would kindly ask the readers of this blog to  register  (which implies nothing) which can be easily made  by “clicking” the black square above each post. By so doing they will receive an e-mail message whenever a new post is published.
PS A “blogger” is not an oracle and inevitably makes errors (the minimum possible..). I often receive “corrections” not always fundamental and not always accurate. Just as I submit myself to the judgement of others with the name and surname so those who want to have the goodness to report errors or inaccuracies will have to do so only by sending a comment: everyone has his own responsibility.
Per un elenco aggiornato di tutti i precedenti  posts di questo blog con i corrispondenti links
Blog
Leggete anche i commenti ai posts selezionando il bottone “commenti” sulla sinistra del post. Talvolta sono persino più interessanti del post stesso!!!
PS  Vorrei ringraziare tutti coloro che inseriscono commenti  ai posts utilizzando l’opzione “Lascia un commento”  (o “commenti” se ne sono già stati inseriti) prevista nella sezione sinistra (o prima del testo per schermi ridotti come i tablets) dei posts stessi affinchè tutti possano leggerli.  Il dibattito è sempre interessante per tutti…..grazie (è indispensabile lasciare nome e cognome – i commenti anonimi non saranno pubblicati)!!

About me

Standard

Chi legge un post o scrive un commento si iscriva (se non è già iscritto). L'iscrizione NON comporta nulla ma il numero degli iscritti è l'unica gratificazione per la gestione del blog)Lasciate un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.