Di Beatrice Rana  ..

.. . una recensione potrebbe chiudersi semplicemente affermando che è oggi una grande pianista, dotata di una tecnica sopraffina (non fine a sé stessa ma sempre al servizio dei criteri interpretativi dei brani eseguiti) e di un senso stilistico consapevole e maturo Ma forse qualche commento vale la pena di farlo. Ci sono ormai nelle esecuzioni di Rana alcune libertà che solo una grande interprete può permettersi. Ad esempio pause prolungatissime (ad esempio nella sonata di List) che francamente nulla aggiungono al significato della partitura eseguita. Oppure vezzi stilistici come l’esecuzione sottovoce di tutto il fugato della stessa sonata di Liszt. E molto belle esecuzioni dei preludi di Debussy. Per quanto riguarda questo autore il brano che è meglio riuscito interpretativamente e stilisticamente è stato L’isle joyeuse perchè Rana ha una impostazione estremamente classica e non necessariamente va a nozze con l’universo Debussiano. Ma ripeto: un concerto di altissima classe concluso con due bis e un meritato successo a 5 stelle da parte di un pubblico che ha affollato la sala Verdi del conservatorio di Milano. E, Gott sei Dank, il Quartetto ci risparmia i disastrosi e spesso insulsi pistolotti cui il pubblico di Musica Insieme a Bologna è sottoposto.  Ma la provincia è provincia…..

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(Giovanni Neri 77)

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————————————————————————————————————————————————————————  Of Beatrice Rana a concert review could close simply by stating that she is today a great pianist, endowed with a superfine technique (not an end in itself but always at the service of the interpretative criteria of the pieces performed) and a conscious and mature stylistic sense. There are now some liberties in Rana’s performances that only a great interpreter can afford. For example, very long pauses (for example in List’s sonata) that frankly add nothing to the meaning of the score performed. Or stylistic quirks such as the whispered execution of the entire fugato of Liszt’s own sonata. And very nice performances of Debussy’s preludes. As far as this composer is concerned, the piece that is best succeeded interpretively and stylistically was L’isle joyeuse because Rana has an extremely classical setting and does not necessarily go hand in hand with the Debussian universe. But I repeat: a concert of the highest class ended with two encores and a well-deserved 5-stars success by an audience that crowded the Verdi hall of the Milan Conservatory. And, Gott sei Dank, the Quartet spares us the disastrous and often senseless talks to which the audience of Musica Insieme in Bologna is subjected.  But the province remains province…..

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