
MATISSE
Ci sono casi, ..
… come quello del concerto in questione, ascoltando il quale non si trovano pecche specifiche ma che non riesco a giudicare positivamente, forse per un colpevole senso di noia che però non riesco a scacciare. Il quartetto di archi Casals è il perfetto contraltare del pianismo di Lonquich: corretto ma privo di quel valore che contraddistingue le grandi esecuzioni. Da molti anni Lonquich è presente nella sale italiane e il giudizio rimane sempre il medesimo: un pianismo di buona qualità, tecnicamente corretto ma alla fine privo di quello slancio che è il marchio di fabbrica dei grandi interpreti. E, pur non avendo avuto occasione di ascoltarlo prima, lo stesso giudizio azzarderei per il quartetto Casals. Bravi ma non eccezionali. Mentre il mio giudizio su Lonquich si è consolidato negli anni, vorrei sospendere il giudizio sul quartetto Casals. Forse impegnato in uno dei grandi quartetti ottocenteschi mi permetterebbe di farmi un’opinione più articolata. Resta poco da dire: un buon successo di pubblico, il secondo tempo del quintetto di Brahms come bis e un’introduzione di Lonquich dello stesso valore del suo pianismo (e dopo tanti anni in Italia potrebbe parlare un italiano meno incerto).

Programma
Franz Joseph Haydn Quartetto per archi in sol minore op. 20 n. 3
Wolfgang Amadeus Mozart Quartetto con pianoforte in sol minore KV 478
Robert Schumann Quintetto per pianoforte e archi in mi bemolle maggiore op. 44
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