Sinfonica

Capuleti e Montecchi – Milano La Scala 30 Gennaio 2022

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MATISSE
 
Un’opera ..
...certamente (e a ragione) non annoverata fra i capolavori del compositore catanese, sia per una scrittura  musicale chiaramente affrettata sia per una vicenda – quella di Giulietta e Romeo –  maltrattata dal libretto di Felice romani che stravolge totalmente il significato della tragedia shakespeariana. 
Capuleti Scala 1
Manca praticamente tutto, personaggi importanti ridotti a semplici comprimari, assenza della riconcilizazione finale etc. Opera quindi rischiosa da rappresentare, sempre sul filo di una vicenda da grand guignol per certi versi persino risibile nella sua assurdità. E certamente il regista ha avuto il suo bel da fare collocando la storia in un periodo imprecisato (non certo nella Verona trecentesca) nella quale si trovano pugnali ma anche fucili. Il tutto in un’ambientazione architettonica vagamente da bieco ventennio ma con riferimenti assai labili. Per non parlare della stanza di Giulietta ridotta a un vuoto parallelepipedo con un’unica dormeuse nel quale non si capisce se e dove esista il resto del mobilio. Insomma un colossale rompicapo.
Capuleti Scala 2
Ma l’intera partitura si regge unicamente sui due protagonisti non lasciando praticamente nessuno spazio agli altri personaggi che sembrano essere solo occasionali e senza i quali l’opera non perderebbe nulla.  E quindi … quindi nella edizione della Scala (come in tutte le altre edizioni) tutto dipende dal punto di vista scenico/vocale da Giulietta e da Romeo, rispettivamente Lisette Oropesa e Marianne Crebassa. E qui siamo in presenza veramente di due pesi massimi che trovano sempre il giusto tono interpretativo.  Non resta molto da dire se non che un’opera oggettivamente di secondo piano viene magicamente trasformata in un capolavoro. Il tutto con la sapiente direzione di Speranza Scappucci, che alla sua prima direzione scaligera, gestice con piglio professionale l’orchestra milanese assecondando le due protagoniste ma anche valorizzando gli “a solo” che si trovano nella partitura.Da menzionare, pure nella ridottissima parte, il Lorenzo di Michele Pertusi che offre una prestazione molto professionale.

Caluleti Scala 3

Grande e meritatissimo successo di pubblico.

Cast e Direzione

Romeo Marianne Crebassa
Giulietta Lisette Oropesa
Tebaldo Jinxu Xiahou
Lorenzo Michele Pertusi
Capellio Jongmin Park
   
Direttore Speranza Scappucci
Regia Adrian Noble
Assistente regista Joanne Pearce
Scene Tobias Hoheisel
Assistente scenografo Philippine Ordinaire
Costumi  Petra Reinhardt
Assistente costumista Eleonora Rossi
Luci Jean Kalman e Marco Filibeck
Coreografia Joanne Pearce
Maestro d’armi Mauro Plebani
Maestro del Coro Alberto Malazzi
Giovanni Neri – 76)
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An opera that certainly (and rightly) cannot be not counted among the masterpieces of the Catania composer, both for a clearly hasty musical writing and for a story – that of Romeo and Juliet – mistreated in the libretto by Felice Romani that totally distorts the meaning of Shakespeare’s tragedy. Practically everything is missing, important characters reduced to simple comprimaries, absence of the final reconciliation etc. A work therefore risky to stage, always on the edge of a grand guignol story in some ways even laughable in its absurdity.  And certainly the regisseur had many problems by placing the story in an unspecified period (certainly not in fourteenth-century Verona) in which there are daggers but also rifles.  All in an architectural setting vaguely of the 20’s but with very uncertain references. Not to mention Juliet’s room reduced to a void parallelepiped with a single dormeuse in which it is not clear if and where the rest of the furniture exists. In short, a colossal puzzle. But the entire score is based solely on the two protagonists leaving practically no space for the other characters who seem to be only occasional and without whom the work would not lose anything.  So what… so in the edition of La Scala (as in all the other editions) everything depends on the scenic/vocal skills of the two sopranos, in this case the Giuletta by Lisette Oropesa and the Romeo by Marianne Crebassa. And here we are really in the presence of two heavyweights who always find the right interpretative tone.  There is not much left to say except that an objectively secondary work is magically transformed into a masterpiece. All with the skilful direction of Speranza Scappucci, who in his first Scala direction, directs the Milanese orchestra with a professional attitude, supporting the two protagonists but also enhancing the “a solo” that are found in the score. To mention, although in a very small role, the Lorenzo of Michele Pertusi who offers a very professional performance. Great a very well deserved success.
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