
MATISSE
C’è un’attenzione ..
... particolare del comunale di Bologna alle sinfonie di Sibelius (un nome cui peraltro sono affezionato, essendo il titolo di un sofisticato programma di editing musicale che uso regolarmente) che ricorrono spesso nei programmi della sua orchestra. Nulla da eccepire, naturalmente, ma il panorama musicale offre molteplici possibilità spesso trascurate. Il giovane direttore Dendeviel ha parecchi pregi ma anche alcuni difetti. Fra i suoi pregi quello di utilizzare in modo differenziato le braccia (come ci hanno abituato i grandi direttori) e una mimica corporea che bene riflette lo spirito dei brani eseguiti. E’ molto buona la sua direzione nei passaggi più movimentati mentre eccede nell’allargamento dei tempi nei cantabili (ad esempio nella parte intermedia di Les Préludes) facendo perdere il filo del discorso musicale. Molto, molto più difficile una valutazione per la sinfonia di Sibelius, un brano privo di continuità musicale e di unitarietà. Sembra un collage di istantanee musicali senza una logica. Probabilmente Dendeviel ha estratto dal brano il meglio ma difficile da valutare se la materia musicale cui si applica è di qualità discutibile. In generale il giovane direttore ha condotto l’orchestra al meglio che però come sempre non si è fatta mancare una stecca del corno. Veniamo ora al concerto per pianoforte di Liszt. Giuseppe Albanese è un pianista che ha vinto qualche premio importante (ma non fra i più importanti nonostante che in un accesso di acuto sciovinismo Le Figaro abbia definito il Vendom Prize il concorso più prestigioso del mondo. Busoni e Chopin si rivoltano nelle tomba….) e che fa della tecnica il suo pregio principale se non l’unico. Si trova quindi perfettamente a suo agio nel repertorio Lisztiano, nel quale però si limita a mettere in luce solo gli aspetti più virtuosistici (non sempre immacolati), trascurando quelli più strettamente “musicali”. Ne esce una esecuzione rutilante ma incolore come se il primo concerto fosse una pura esercitazione tecnica, mentre proprio perché spesso nascosti fra i lati più funambolici, gli aspetti più cantabili richiedono all’interprete una sensibilità che G. Albanese non sembra possedere. Suona sempre forte, troppo forte (il piano piange) nei passaggi tecnici, come se fossero esercitazioni atletiche (mentre anche lì si annida la musica) e raggiunge l’orgasmo musicale nelle ottave che esegue con furia iconoclastica. Nei passaggi cantabili, per compensare, allenta i tempi dando luogo a un’interpretazione esangue e monotona. Par dessus le marché sfoggia atteggiamenti divistici teoricamente ispirati, (mani sospese nell’aria, ammiccamenti al pubblico etc.) dei quali non si sente certo il bisogno. Per capire cosa possa essere un’eccellente esecuzione del concerto Lisztiano basta andare su YouTube o ascoltare l’interpretazione di A.Lucchesini, che pur immacolata nei passaggi tecnici, estrae dallo spartito tutto il significato musicale. Naturalmente, come spesso avviene con un pubblico di bocca molto buona l’esecuzione di Albanese ottiene un buon (non eccezionale) e immeritato applauso premiato con due bis di pessimo gusto, basati su motivi di musica leggera, rielaborati in modo virtuosistico per sollecitare dalla parte meno avvertita del pubblico un facile consenso. Da rimarcare la presenza in sala di una clacque da concerto rock con tutti i tipici gridolini. Probabilmente questi assatanati hanno sbagliato sala…
(Giovanni Neri – 75)
Dendeviel
Albanese
Programma
Franz Liszt
Les Préludes
Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in mi bemolle maggiore, S. 124
Jean Sibelius
Sinfonia n. 1 in mi minore, op. 39
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