
Una scenografia.
…molto tradizionale ha fatto da sfondo alla n-esima ripresa di un’opera “sempreverde” con un cast giovane, riprendendo una consuetudine del teatro comunale con cantanti ancora da affermare. La regia di Graham Vick è sempre di qualità anche se alcune scelte lasciano perplessi (soprattutto il finale) con un Rodolfo quasi assente e una Mimi coperta di un lenzuolo mentre gli altri protagonisti lasciano la scena. La prospettiva della prossima stagione 2021 non lascia ben sperare con titoli rivangati all’infinito come Barbiere, Adriana e Cenerentola. Insomma il tutto all’insegna della più vieta e noiosa tradizione. Forse (ma il condizionale è d’obbligo) si potrebbe sperare, almeno dalle indiscrezioni, in una stagione 2022 un po’ meno ripetitiva ma si aspettano conferme. Quanto all’esecuzione dell’opera in questione l’unica voce in prospettiva di valore è quella della Mimi di Benedetta Torre mentre il Rodolfo di Francesco Castoro soffre di una emissione ingolata e la Musetta di Valentina Mastrangelo è un po’ troppo da café chantant, mancando di quella malizia e ambiguità che contraddistingue il personaggio. Buona prova di Colline nella celebre romanza “Vecchi zimarra” ma è troppo poco per un giudizio significativo. Senza infamia e senza lode la direzione di Francesco Ivan Campagna. Naturalmente “giocando in casa” il cast ottiene applausi a scena aperta. Buoni per l’incoraggiamento, meno buoni per un giudizio critico. Ma si sa, il pubblico bolognese è di bocca buona e compassato al limite dell’indifferenza.
Cast
PARPIGNOL Ugo Rosati
REGIA Graham Vick
DIRETTORE Francesco Ivan Campagna
SCENE E COSTUMI RICHARD HUDSON
LUCI GIUSEPPE DI IORIO
MAESTRO DEL CORO ALBERTO MALAZZI
MAESTRO DEL CORO VOCI BIANCHE ALHAMBRA SUPERCHI





