Ci vuole una bella…
…. faccia di bronzo per continuare a mantenere segreta la convenzione (se esiste…) fra teatro comunale e filarmonica a fronte delle ripetute proteste della società civile. È del tutto evidente che solo se c’è qualcosa di non chiaro o peggio non dichiarabile si “giustifica” una simile resistenza e questo non può non dare luogo ai peggiori sospetti. Il teatro prende soldi pubblici (molti!) e pretende di comportarsi come un ente privato. E la trasparenza pare un non problema non solo per la convenzione ma anche per la buonuscita del precedente sovrintendente e molti altri aspetti della attuale gestione. Altro che trasparenza: qui siamo in presenza di una setta carbonara che nella sua protervia viola ogni principio di rispetto dell’opinione pubblica confidando nel disinteresse pigro della maggioranza. La sola idea che sia necessario un intervento della magistratura per raddrizzare una situazione tragica quando non ridicola dovrebbe essere un motivo per immediate dimissioni del management che invece a dispetto delle giuste proteste degli spettatori si comporta in modo inaccettabile, per usare un eufemismo. E l’evanescente comitato di indirizzo con il suo presidente non ha nulla da dire, peraltro come sempre? Qualcuno ha mai avuto la fortuna di conoscerne le dinamiche, di avere conoscenza delle sue decisioni – se esistono.. – di ascoltarne un parere? Quando si dice scaldare le poltrone .. Che dire? L’istituto delle dimissioni pare ignoto a chi è incollato alla poltrona a dispetto dei santi nella peggiore consuetudine italiana. Il senso della deontologia professionale non fa parte del bagaglio del management del teatro e se la magistratura obbligherà finalmente questi personaggi a comportarsi secondo la legge, nessuno li obbligherà a lasciare un posto occupato a dispetto dei santi visto che autonomamente non c’è nulla da aspettarsi?
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(Giovanni Neri)
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