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Ezio Bosso again (last)!!!- Teatro Comunale Bologna

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Riprendo dal Blog di Anna Bandettini.  …..

20 dicembre 2016

MEROLA, BOSSO E LA FACCIATA DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA

Il mio collega Angelo Foletto ha scritto un commento alla vicenda del Comunale di Bologna dove è stato nominato direttore principale Ezio Bosso. Lo ospito volentierti nel mio blog:

«Nel corso della conferenza stampa di presentazione del concerto straordinario del 22 dicembre, il Sindaco ha inoltre annunciato che Ezio Bosso assumerà il ruolo di Direttore Ospite Principale del Teatro Comunale dal prossimo anno». La notizia, ripresa in grande stile per ciò che riguarda il pianista-compositore-direttore, fa pensare per altre ragioni: l’invasione di campo artistico e istituzionale del sindaco di Bologna Virginio Merola. Nel ruolo di presidente della Fondazione, Merola ha annunciato un incarico (non necessario: d’immagine ma con una definizione ufficiale impegnativa) che entra nell’organico artistico del Comunale. Avallando l’idea (solo sua?) che il maestro Bosso sia l’uomo di cui il teatro ha bisogno in un momento in cui sono i conti finanziari a non tornare, e che sia il direttore d’orchestra di fama e esperienza mondiale ideale da affiancare a Michele Mariotti, professionista d’altre e alte ambizioni, mentre così il direttore musicale sembra messo in ombra. Il tutto col dubbio che siano state calpestate regole e galateo burocratico-amministrativo e facendola somigliare a una forzatura sulla dirigenza sul cui operato amministrativo – da presidente – il sindaco ha il dovere di vigilare ma che non dovrebbe anticipare né orientare artisticamente. A meno che l’uscita non fosse una calcolata mossa di sfiducia nei confronti della dirigenza stessa, come qualcuno ha potuto maliziosamente pensare visto come sono andate le cose. E ci sia voglia di mettere le mani in prima persona nella cabina di comando del Comunale: andando controcorrente rispetto a giovani colleghe-presidentesse per legge di Fondazioni (Chiara Appendino che al Regio di Torino ha messo piede solo al terzo titolo di stagione e Virginia Raggi che all’inaugurazione dell’Opera ha fatto una fugace comparsata e basta) che dei rispettivi teatri sembrano non curarsi. E il sovrintendente-direttore artistico Sani che fa? Si dimette o protesta? Chiede chiarimenti? Si smarca, spiegando o facendo capire che il ruolo di Bosso sarà in realtà solo un incarico morale e di facciata? No, avalla, anzi se ne rallegra pubblicamente. (angelo foletto)

22 dicembre 2016

Sani e il Comunale “popolare”: ma è giusto così?

Il 20 dicembre ho ospitato in questo blog un commento del collega Angelo Foletto alla nomina di Ezio Bosso a direttore principale del Comunale di Bologna. Un commento che condividevo. All’intervento di Foletto è poi arrivata una replica del sovrintendente della Fondazione lirica bolognese che pubblico qui di seguito.

Da diversi anni, sia come direttore artistico, che come sovrintendente, sono impegnato in prima persona nel rinnovamento delle proposte artistiche dei Teatri d’Opera, in particolare per quanto riguarda le Fondazioni Lirico-Sinfoniche del nostro Paese. In questi anni ho realizzato alcune delle produzioni d’opera più innovative che siano mai state presentate in Italia, coinvolgendo artisti che vanno da Bob Wilson a Anish Kapoor, da Peter Greenaway a Matthew Barney, da Romeo Castellucci a Fanny & Alexander e molti altri. Nella Sinfonica, i grandi cicli dedicati a Schoenberg, Cage, Nono, le Stagioni tematiche sulle diverse aree geo-culturali del XX secolo, sono solo alcuni esempi. L’opera contemporanea abita da sempre le Stagioni di cui curo la programmazione, affiancando ad ogni titolo un’azione molto approfondita sul piano formativo e divulgativo, che ha sempre dato ottimi risultati in termini di ritorno di pubblico. Sono convinto che i teatri d’opera debbano aprirsi sempre di più ad ogni forma di espressione legata alla teatralizzazione del suono, al rapporto con gli altri linguaggi contemporanei, anche quando si propone il grande repertorio lirico del passato. Come compositore, lavoro da sempre sulle forme di intersezione tra i codici, partendo dalla ricerca e sperimentazione sonora.

Mi sorprende un po’ quindi quello che scrive Angelo Foletto, che mi conosce da molto tempo e conosce le direzioni del mio impegno artistico e manageriale. Nel mio percorso ho incontrato a Bologna un paio di anni fa Ezio Bosso, trovando in lui convergenze ideali e di visione culturale. Abbiamo fatto diverse ipotesi di collaborazione e ora ci siamo trovati a poter condividere un progetto comune, da sviluppare nel tempo, nato dalla realizzazione di un concerto di beneficenza per le vittime del terremoto in centro Italia, che avrà luogo al Teatro Comunale di Bologna. In programma musiche di Arvo Part, Samuel Barber, Bach, Bosso, Mendelssohn. Chi conosce le mie programmazioni sa che questa è una proposta che rientra perfettamente nelle linee che ho portato avanti in questi anni. Vorrei quindi dire ad Angelo che tra me e Ezio Bosso c’è molta intesa e che penso che il ruolo di direttore ospite principale non debba avere necessariamente a che fare con il direttore musicale del Teatro. Può essere una figura che viaggia su un binario parallelo, che arricchisce la programmazione con nuovi progetti che ampliano ed amplificano l’offerta del nostro Teatro. Per questo sono convinto che Ezio Bosso sia un valore aggiunto importante per il Comunale di Bologna, un Teatro che ha aperto molte strade, molte delle quali si intersecano con le sue idee e i suoi progetti. E’ vero, questa collaborazione è stata annunciata dal Sindaco di Bologna Virginio Merola nel corso di una conferenza stampa; è stata un’idea concordata assieme e non vedo alcun problema nel fatto che il Presidente della Fondazione annunci una nuova importante iniziativa che riguarda il Teatro.

A Bologna stiamo sviluppando un laboratorio di idee e di esperienze che ruota attorno al Teatro, coinvolgendo anche molti aspetti della vita sociale e civile. Abbiamo una grande partecipazione di studenti nelle recite della stagione, coinvolgiamo un tessuto sociale nuovo, sviluppiamo progetti con tutte le principali istituzioni della città e del territorio, a cominciare dai festival di avanguardia a importanti strutture come Cineteca, MamBo e FICO, il nuovo polo dell’agroalimentare. E non è vero che a Bologna i conti non tornano; è più giusto dire che non tornavano e che stiamo lavorando intensamente, assieme a tutte le forze vive della città, per farli tornare. E in questa situazione non facile abbiamo portato avanti con grande coerenza e determinazione una proposta culturale che unisce il grande repertorio a innovazione e sperimentazione. Vorrei a questo proposito citare un bell’articolo di Giuseppe Laterza, uscito di recente sul Mattino di Napoli: “Quando impareremo che la cura della grande bellezza può essere affiancata ad una programmazione culturale intelligente, al tempo stesso popolare e sperimentale, avremo fatto un grande passo in avanti”. Per questo tengo molto a questa collaborazione con Ezio Bosso e non vedo perché non debba rallegrarmene!”.

Nicola Sani, Sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna

E Angelo Foletto risponde

Troppe parole, troppe maiuscole (Stagioni, Teatro, Sinfonia, Opera, Sindaco), troppa autobiografia, nessuna risposta. Eppure la domanda di fondo era chiara: cosa c’entra Ezio Bosso con la storia, l’organigramma e il futuro del Comunale? Quanto incide sulla linea gestionale e culturale del teatro la deriva populista, ignara di fatti culturali ma interventista, dei nuovi amministratori pubblici? Il sovrintendente, ma anche «compositore, direttore artistico, manager culturale e giornalista», Nicola Sani esibisce il medagliere – cosa facile vista la sua attuale collezione di incarichi – ma non chiarisce né rassicura. Spacciare un concerto prenatalizio a scopi benefici come frutto di «convergenze ideali e di visione culturale» significa tentare di imbrogliare le carte contando sull’ingenua condiscendenza cittadina: dalla dirigenza e dalla storia della Fondazione lirico-sinfonica bolognese ci si aspettavano altre considerazioni. A incassi conteggiati e devoluti, il concerto sarà ricordato solo come un bel gesto e una furbata plausibile perché a fin di bene.

Nicola Sani rivela che «le sue [del maestro Bosso] idee e i suoi progetti» si potranno intersecare con «strade aperte» dal teatro su un progetto dove «popolare e sperimentale» si daranno reciprocamente sostegno. Autocelebratosi come esperto di ciò che è sperimentale («impegnato in prima persona nel rinnovamento delle proposte artistiche dei Teatri d’Opera»), Sani associa il popolare a Bosso e fa una bella confusione di qualità e di categoria. Mettendosi, c’è da augurarsi a utili scopi futuri e non per servizio, sullo stesso piano culturale di chi governa la città e ha modelli artistico-professionali di riferimento più scontati e demagogici.

Quanto all’affermazione poco riguardosa nei confronti di Michele Mariotti che della nomina ufficiale di Bosso ha saputo a cose fatte («Penso che il ruolo di direttore ospite principale non debba avere necessariamente a che fare con il direttore musicale del Teatro»), sarebbe istruttivo sapere quanto l’interessato è d’accordo.

E il comitato di indirizzo del teatro non ha nulla da dire? Non comitato ma convitato….di pietra! (G. Neri)

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4 risposte a "Ezio Bosso again (last)!!!- Teatro Comunale Bologna"

  1. Lorenzo Bernini ha detto:

    Mi pare quindi che la questione sia di politica interna, insomma, sono stati messi due galli in un pollaio (l’altro è il buon Mariotti), e le galline scalcitano.

    Io però, fossi una di quelle galline, forse storcerei lo stesso il becco. L’altra sera al concerto in Piazza Maggiore ho avuto un’impressione disarmante, quando a metà di Fratres di Arvo Part molta gente andava defilandosi, e credo per due motivi: 1) quella musica non era affine ai loro gusti; 2) avevano ormai visto il personaggio famoso, dunque potevano anche andare a prendere un gelato. Ora, il politically correct ci sprona a valorizzare Bosso e la sua condizione (qui non critico la sua valenza artistica, non lo conosco così bene), ma davvero vale la pena mettere in mostra un ‘gentile Rigoletto’ per avvicinare la popolazione alla ‘musica d’arte’? davvero non riusciamo a fare di meglio?

    L’energia che Bosso ha messo in campo lunedì sera è stato uno spettacolo impagabile di per sé (soprattutto per me che mi occupo tanto di musica quanto di disabilità), e le poche parole introduttive ad ogni brano sono state un buon tentavo di far attecchire nelle menti degli ascoltatori qualche spunto di comprensione, e dunque fruizione, del pezzo; e correlandosi al tema di fondo dell’evento: la salvaguardia dell’ambiente. Chapeau. La gente tuttavia era lì per vedere il coraggioso Bosso, non per ascoltarlo. Di Part e Schubert non gliene fregava niente, e in diversi una volta visto il VIP sono andati via. La cosa era ben prevedibile, e fossi un membro dell’orchestra, ma anche lo stesso Bosso, ne sarei ancor più amareggiato.
    Chiaro che questa è la mia impressione, magari il gelato lo avevano preso prima e gli ha dato di stomaco.

    P.s.: non toglierei Bosso da dove sta; intendo sostenere però che questo non può bastare per avvicinare le persone alla musica del Teatro Comunale.

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