Un blog è anche – talvolta – uno sfogatoio nel quale il “blogger” , non sempre compassato, ha la libertà di esprimere le proprie opinioni senza censure. Vorrei quindi affrontare il tema della maleducazione del pubblico dei concerti e dell’opera a Bologna (ma in Italia in generale e purtroppo anche in altri paesi come la Germania). Pare che gli ascoltatori siano costantemente in preda a incontenibili, rumorosi e non soffocati eccessi di tosse (che raggiungono il parossismo negli intervalli fra i tempi dei brani, trasformando la sala in un sanatorio), siano malati di “turettismo” giocando rumorosamente con collane e borsette, abbiano crisi ipoglicemiche che li obbligano a scartare caramelle e dolciumi e rivestano cariche da cui dipende il destino del mondo obbligandoli ad accendere (o a tenere acceso) il cellulare. Il tutto in totale spregio del pubblico che vorrebbe godersi in pace lo spettacolo. L’ignoranza musicale (e la maleducazione più in generale) impediscono loro di capire quanto sia deconcentrante per un esecutore il rumore in sala: non si è al cinema o a teatro ove la presenza della voce attenua il fastidio arrecato (comunque non nullo). Bisogna rammaricarsi che non vengano adottate quelle misure che sono – ad esempio – da decenni utilizzate a Londra: all’ingresso in sala viene consegnato un foglietto nel quale sono rammentati i decibel di rumore legati alla tosse etc. e in alcuni casi gravi – dopo ripetuti richiami – lo spettatore è invitato dal personale di sala in modo piuttosto perentorio a uscire.. Punire uno per educarne cento: non sarebbe il caso di cominciare?