Mercoledì 15 Maggio: concerto di Giulia Rossini – Talenti di Bologna festival -. La coda di cavallo da liceale non tragga in inganno: Giulia Rossini ha ingerito un metronomo, l’ha metabolizzato e l’ha inserito nel suo DNA. Un esempio per tutti: dopo l’introduzione del primo tempo dell’op. 81 di Beethoven (Les Adieux – Das Lebewohl) la velocità della prima frase musicale (che si compone di ribattuti) ha di fatto cancellato i ribattuti stessi e ha poi portato la successiva scala di accordi a una confusa (e probabilmente imprecisa) esecuzione che ha trasformato la bellissima sonata in uno studio di Czerny (la grande velocità ?). Non manca di potenziale musicalità la nostra giovane esecutrice ma il controllo della velocità esecutiva è la prima dote di un pianista che dimostra la sua maturità e la capacità – pur nel rispetto delle indicazioni dell’autore – di adottare quelle piccole sfumature dinamiche che tanto peso hanno nella interpretazione musicale (si pensi – a titolo di esempio – alle indicazioni metronimiche beethoveniane della grande fuga dell’op. 106: praticamente ineseguibile e in ogni caso con risultati caotici se eseguita senza una adeguata sensibilità musicale). La sonata di Haydn è stata eseguita in modo diligente mentre per la sonata di Schumann vale quanto già indicato per Beethoven. Non mi pare che Giulia Rossini rientri fra i “talenti”: forse fra le possibili e tutte da verificare promesse……