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…. straordinario del Governo sullo stato di attuazione dei piani di risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche – Teatro comunale
… Omissis …. La Fondazione indica
ricavi totali per 21 ML/€, migliorando del 9% circa la previsione per il 2017 (19,29 ML/€}. Sono state effettuate 133 alzate su 128 preventivate nel piano artistico per l’intera stagione. Nei dodici mesi di attività artistica sono stati registrati 84.590 spettatori, che rappresentano un valore molto prossimo alla previsione pianificata (84.000). Ne consegue un indice di spettatori per alzata anch’esso sostanzialmente aderente al Piano (636 effettivi contra 656 previsti); i ricavi da biglietteria ed abbonamenti sono del pari molto vicini alla previsione. Difatti, risultano pari a 1,89 ML/€, con un differenziale negativo sul Piano 2017 inferiore al 3%. Anche il ricavo medio unitario per spettatore è da considerarsi in linea con le attese (22,3 euro contro 23,2 a Piano). Quest’ultimo valore, combinato con un tasso di saturazione medio del 75% (sulla capienza di 850 posti della struttura), ha generato un ricavo per posto disponibile di 16,74 euro
I costi permangono su un livello troppo elevato, tanto che il margine per posto disponibile è sensibilmente negativo (- 38,51 euro). Si tratta di uno dei valori peggiori nel novero delle FLS oggetto di monitoraggio, in parte a ragione di elevati costi di gestione ed in parte causato dalla contenuta capienza del Teatro (ii meno capiente di tutti quelli oggetto di monitoraggio) che genera rilevanti diseconomie di scala; la perdita (pre-consuntivata) sul margine di produzione totale risulta sensibilmente negativo, ed ammonta a -246 ML/€, valore che eccede di quasi ii 9,3% le stime di Piano. lncidono evidentemente su tale negativo incremento sia i costi di produzione che quelli relativi al personale:
Sul versante invece delle performance economiche, finanziarie e patrimoniali si rileva quanto segue:
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a fronte di costi complessivamente sostenuti per 19,9 ML/€ (+11,65% sul Piano), e nonostante i costi stessi siano cresciuti in valore assoluto piu dei ricavi, l‘EBITDA risulta positivo per 1,09 ML/€; un valore che tuttavia è inferiore del -24,5% rispetto alle stime indicate nel Piano. L’utile di esercizio che ne consegue e pari a 204 mila euro, ed è inferiore dell’ 11,6% rispetto alle previsioni;
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i contributi globalmente ricevuti dalla fondazione ammontano a 17,83 ML/€ rispetto ai 16,58 ML/€ attesi. E mentre decresce la componente “FUS” (-4% sul Piano), aumenta quella ricevuta dagli Enti Locali {+3% sul Piano) e quella derivante dalle attivita di fund raising presso i privati (+10,7% sul Piano). Sono inoltre indicati, tra le entrate, circa 1,33 ML/€ aggluntivi rispetto alle previsioni a titolo di “altri contrlbuti pubblici”;
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il patrimonio netto indicato dalla fondazione alla fine del 2017 è pari a 37,56 ML/€ circa, un valore rimasto perciò sostanzialmente invariato rispetto al biennio precedente;
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lo stock debitorio ammonta a 24,7 ML/€, e sebbene si tratti di un valore superiore alle attese di quasi ii 17% (uno scostamento dovuto anche allo slittamento temporale di alcune azioni del Piano aventi un rilevante impatto finanziario), è certamente un dato da rilevare positivamente considerato il valore comunque in riduzione rispetto al consuntivo 2016 (- 12,9% rispetto ai 28,36 ML/€ dell’anno precedente). Altro dato da porre in rilevo, in sede di analisi sulla sostenibilita della posizione debitoria della Fondazione, è certamente quello relativo all’incidenza della residua quota di rimborso del finanziamento statale ex legge 112/2013 che risulta pari al 66,4%, una percentuale marcatamente superiore (rectius: migliore) rispetto alla media di tutte le FLS sottoposte alla procedura di monitoraggio (pari al 46,7%);
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i crediti totali ammontano a 1,49 ML/€, laddove ne erano previsti 1,1. La loro incidenza sul fatturato è comunque sotto controllo risultando pari al 7,1% circa, con una dinamica quindi di forte riduzione rispetto all’anno precedente.







Lo devo rileggere …per capire.
Invece il “Don Carlo”, che ho visto ieri, sfugge a ogni criterio di giudizio. Se mi dicessero che il camion con costumi e arredi di scena è stato scambiato con un contenitore destinato ad un gay pride, non mi meraviglierei. Un inutile-ma costoso-sfoggio dicattivo gusto e incultura.
A più forte ragione meritevoli il direttore d’ orchestra Mariotti ed i cantanti che hanno salvato l’ ascolto dell’ opera bellissima.
La prossima volta l’ ascolto per radio.
Sandra Festi.
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Questa volta sono costretto – obtorto collo – a essere d’accordo con te…
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Magari è una tattica. D’altra parte s’è visto tante altre volte. Sulla carta accoppiate dubbie misteriose: al curtain call s’è capito perchè in modo chiaro. Al naufragio di regia-visualitá rifulge vieppiù ciò che si è ascoltato. E si largheggia in consensi, e, autoconsolandosi, ci si convince che non erano stati spesi male decine e decine di euro.
Quando invece musica interpretata ed eseguita si accoppiano ad una meravigliosa parte visiva, nascono quei capolavori sommi che entrano nel mito. ” Ma tu hai visto il Macbeth/Abbado /Strehler…” di 40 anni fa? Si? Allora fratello sei un baciato dalla fortuna! Casistica molto rara, anche a Bologna ovviamente. E il pubblico ignaro pensa al meceramento di direttore artistico/direttore d’orchestra/regista per progettare un grande spettacolo… Quando magari chi ha il potere di farlo,chiede un titolo perché poi lo deve fare a Vienna o altrove. Insomma usa un teatro per un debutto di peso. Che poi ci pensa l’ ufficio stampa a propagandare e”piazzare” registi di scarso spessore. Applausi. Sipario.
Giulio
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