Non sono fra gli entusiasti della mostra Vermeer perché l’enorme cifra impegnata avrebbe potuto essere impiegata per agonizzanti istituzioni locali in debito di ossigeno, fra le quali svettano Comunale e Arena del Sole. Ma ritengo anche che l’autonomia decisionale delle singole istituzioni – anche se necessariamente temperate da una visione non settoriale degli interventi – non possano essere contestate in modo provocatorio dall’amministrazione pubblica, soprattutto per gli inevitabili impatti negativi sull’auspicata e tanto necessaria collaborazione pubblico-privato. E’ ben vero che ad esempio nel caso del Comunale – un’istituzione che dovrebbe essere di fondamentale importanza culturale per fondazioni e i privati dotati di mezzi – la risposta al grido di dolore è stata quantomeno tiepida ma è anche vero che la sensazione diffusa è che manchi un piano organico di risanamento e sviluppo persino a fronte della normativa imposta del decreto Bray. A tutt’oggi, a meno di 20 giorni dalla data prevista per la costituzione del nuovo organo di governo (31 Dicembre) nulla si sa delle decisioni in materia, nessuna decisione è stata annunciata nei confronti della gestione del teatro Manzoni (che risulterebbe fortemente indebitata con il Comunale), nessun piano pluriennale di collaborazione organica e continuativa con altri teatri è stata annunciato, nessuna prospettiva di piena utilizzazione del teatro (oggi a livelli irrisori) è stata abbozzata e il piano finanziario di risanamento a fronte di debiti (e mutui) appare quantomeno oscuro. Il comune che ancora oggi nella persona del sindaco ha la presidenza del CdA del Comunale dovrebbe obbligare a una maggiore trasparenza e valutare se l’attuale CdA meriti una proroga sotto altra forma o – come succede nelle aziende in perdita – non sia necessario un fisiologico cambiamento di gestione. Forse a fronte di nuove prospettive i privati potrebbero essere maggiormente invogliati a investire soprattutto a fronte di un piano organico di ritorno d’immagine.