Operistica, Recensioni

Die Meistersinger von Nürnberg – La Scala 16 Marzo 2017

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E’ proprio il caso di dire: finalmente! Va in scena, dopo ben 27 anni, alla Scala l’unica opera non drammatica di Richard Wagner, un capolavoro assoluto, nella splendida produzione della Opernhaus di Zurigo con la regia di Harry Kupfer! Un esempio che tutti i registi “creativi” che infestano i teatri d’opera (a partire dallo sventurato che ha messo in scena l’ “Entführung aus dem Serail” bolognese)  dovrebbero studiare per capire come sia possibile trasportare in un contesto moderno un’opera pensata per un alto medioevo tedesco e con un’orchestra di levatura internazionale all’altezza della situazione (finalmente!). La scena è strutturata su una piattaforma girevole con impalcature luccicanti sulle quali si assiepano, volta a volta, gli abitanti di Norimberga e i protagonisti dell’opera.

Il tutto con un sfondo di cattedrale gotica diroccata che – pur non essendo norimberghese – ricorda molto la Gedächtniskirche di Berlino. Le varie angolature della piattaforma permettono di trasformarla volta a volta nella sala dei Mastersinger, nella bottega di Hans Sachs, nella piazza della città per la kermesse finale. Nella quale sono inseriti in modo spiritoso carri mascherati e giganti di cartapesta che ricordano molto quelli del Living Theatre. Tutti i personaggi sono credibili e perfettamente inseriti nel contesto scenografico. Inutile dire che una parte significativa la gioca Beckmesser che per la complessione fisica e la mimica riesce perfettamente a esprimere il carattere buffonesco che Wagner gli assegna. Una grandissima regia con un cast quasi stellare. Ma prima di tutto va segnalata la prova maiuscola dell’orchestra e del direttore Gatti (a lungo giustamente applaudito) che ha scelto perfettamente i tempi esecutivi evitando quegli allungamenti di tempo che caratterizzano il suo Parsifal di Bayreuth.
Ma sono tutti i cantanti che vanno lodati e in primo luogo (oltre al Beckmesser di Markus Werba) l’Hans Sachs di Michael Volle che da solo regge tutto l’impianto musicale dell’opera. Leggermente deludente è solo la prova di Michael Schade nel ruolo di Walther von Stolzing. L’avevamo ammirato in un concerto liederistico avente in programma la Schöne Müllerin di Schubert (http://wp.me/p5m12m-BT) mentre nel ruolo protagonistico dei Maestri Cantori non riesce ad esprimere tutto il suo potenziale, risultando la voce talvolta sforzata. Ma – sia chiaro – sempre in un livello di eccellenza.
Jaquelyn Wagner è una Eva convincente, pur in una parte che non le lascia grande spazio. Altrettanto convincente è il Pogner di Albert Dohmen, ma tutti i cantanti sono comunque di assoluta eccellenza. Uno spettacolo, insomma, di assoluta qualità all’altezza dei migliori della Scala. Va purtroppo segnalato lo scarso pubblico (un terzo della platea era vuoto) che dimostra ancora una volta – se mai ce ne fosse bisogno – che le grandi opere Wagneriane non trovano ancora (dopo quasi 130 anni) quella rispondenza che meriterebbero e che denotano un certo provincialismo di cui non si riesce a liberarsi
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HappyHappy
Direttore
Daniele Gatti
Regia
Harry Kupfer
Scene
Hans Schavernoch
Costumi
Yan Tax
Lighting Designer
Jürgen Hoffmann
Coreografia
Derek Gimpel
Video Designer
Thomas Reimer
CAST
Eva
Jaquelyn Wagner
Magdalene
Anna Lapkovskaja
Hans Sachs
Michael Volle
Sixtus Beckmesser
Markus Werba
Stolzing
Michael Schade
David
Peter Sonn
Pogner
Albert Dohmen
Kothner
Detlef Roth
Hans Foltz
Miklos Sebestyen
Der Nachtwächter
Wilhelm Schwinghammer
Hans Schwarz
Dennis Wilgenhof
Hermann Ortel
James Platt
Konrad Nachtigal
Davide Fersini
Balthazar Zorn
Markus Petsch
Kunz Vogelgesang
Iurie Ciobanu
Augustin Moser
Stefan Heibach
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Neal Cooper
Die Lehrbuben
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4 risposte a "Die Meistersinger von Nürnberg – La Scala 16 Marzo 2017"

  1. Stefano Longoni ha detto:

    Ho assistito ieri 19 marzo 2017 alla rappresentazione pomeridiana. Anche in questo caso i posti vuoti in platea erano numerosi.
    Il tenore Schade è stato sostituito da Erin Caves.
    Lo spettacolo è stato coinvolgente, cinque ore e mezza passate in un’attimo nella meraviglia della musica interpretata dal direttore Gatti con piglio sicuro, talvolta il volume copriva addirittura alcune parti non a piena voce. Non esprimo giudizi di merito, non essedo competente in materia, solo trasferire l’incanto dell’esperienza, del luogo e, sopra tutto, della musica di Wagner, che finora avevo sentito solo da registrazioni

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